@woody68:
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ok, deve essere una volontà della donna.
Di vita, una ne abbiamo, e sarebbe bello difenderla.
Un esempio pratico... Tua madre, a suo tempo, decise di abortire... cosa avresti da dire in proposito? Niente! Non potevi nemmeno dire "ti prego, no".
Credo che molto spesso le donne che decidono di abortire siano più spaventate che realmente consapevoli di cosa l'aborto comporti.
Credo che i problemi vadano affrontati, più che evitati.
Credo che sarebbe più bello offrire un aiuto per portare a termine la gravidanza, piuttosto che offrirlo per interromperla. (parliamo di etica del software, beh, anche questa mi pare etica).
Quando una donna decide di abortire, le si spiega anche che l'unica cosa che suo figlio conoscerà del mondo, oltre al calore protettivo del grembo di una madre che non l'ha voluto, è "l'uncino" del dottore che lo strapperà dal suo rifugio? Oppure le si spiegano solo i problemi tecnici, e il tempo di recupero?
Non sto dicendo che lo stato debba decidere per lei, sto dicendo, che bisognerebbe fare un ragionamento più profondo del semplice "ho 16 anni, mi rovinerebbe la vita".
Credo che l'aborto sia ancora oggi un bel business, come lo è il cancro.
Ecco, tutto questo per dire che uno che sostiene che l'aborto andrebbe praticato con meno leggerezza non è necessariamente un misogino nemico delle donne -come invece vogliono farci credere- potrebbe essere semplicemente uno che si chiede se veramente si possa considerare un "diritto".
Di vita, una ne abbiamo, e sarebbe bello difenderla.
Un esempio pratico... Tua madre, a suo tempo, decise di abortire... cosa avresti da dire in proposito? Niente! Non potevi nemmeno dire "ti prego, no".
Credo che molto spesso le donne che decidono di abortire siano più spaventate che realmente consapevoli di cosa l'aborto comporti.
Credo che i problemi vadano affrontati, più che evitati.
Credo che sarebbe più bello offrire un aiuto per portare a termine la gravidanza, piuttosto che offrirlo per interromperla. (parliamo di etica del software, beh, anche questa mi pare etica).
Quando una donna decide di abortire, le si spiega anche che l'unica cosa che suo figlio conoscerà del mondo, oltre al calore protettivo del grembo di una madre che non l'ha voluto, è "l'uncino" del dottore che lo strapperà dal suo rifugio? Oppure le si spiegano solo i problemi tecnici, e il tempo di recupero?
Non sto dicendo che lo stato debba decidere per lei, sto dicendo, che bisognerebbe fare un ragionamento più profondo del semplice "ho 16 anni, mi rovinerebbe la vita".
Credo che l'aborto sia ancora oggi un bel business, come lo è il cancro.
Ecco, tutto questo per dire che uno che sostiene che l'aborto andrebbe praticato con meno leggerezza non è necessariamente un misogino nemico delle donne -come invece vogliono farci credere- potrebbe essere semplicemente uno che si chiede se veramente si possa considerare un "diritto".