@giulux
Ovviamente la questione del binocolo rovesciato la rispedisco al mittente. Io il Capitale l'ho letto, non lo conosco per sentito dire.
E qui mi fermo perché coltivare questo punto sarebbe alquanto OT.
Far diventare l'argomento l'oggetto principale lo sarebbe, ma ha comunque a che fare con la formazione delle idee nell'interpretazione della realtà.
È un esempio pratico, diciamo, cogente nella discussione. Se ne potrebbero fare a milioni, è uno di questi che si è sviluppato durante la discussione.
Dici, e fin qui ci siamo
sta di fatto che il plusvalore, detto in soldoni, è la differenza tra l'incremento di valore delle merci generato nel processo produttivo dal lavoro e il costo della relativa manodopera, onde minore è tale costo maggiore il plusvalore.
poi prosegui
E, indubbiamente, lo schiavismo riduce al massimo tale costo, perchè lo schiavo produce lavoro (da cui si estrae il plusvalore) nè più nè meno che l'operaio salariato (anzi ne produce di più essendo sottoposto alle pretese de suo padrone senza alcuna tutela sindacale o legislativa)
Lo sfruttamento esiste sia in un caso che nell'altro e quello schiavista è più brutale (verissimo) ma non è affatto detto che maggior brutalità porti immediatamente a maggior plusvalore o maggior produttività. Sono sistemi di produzione fra loro incommensurabili schiavismo e industria. Anzi sono antitetici, l'uno esclude l'altro
Quell'evidenza che dichiari deriva dal concetto che il "senso comune" dà dello schiavismo. E Marx ne dà ragione con gli argomenti che ho esposto prima.
L'abolizione della schiavitù, non è avventa perchè l'umanità era cresciuta culturalmente e quindi la politica ha eliminato la schiavitù perchè era ingiusta.
Invece è un classico caso dove si verifica che
l'economia determina la politica: l'economia (industria) necessita di salariati e la politica vi si adegua eliminando la schiavitù rendendo le loro braccia disponibili al lavoro salariato.
Ti ricordo che il "senso comune" ha fatto dire (anche ai padri della scienza come Aristotele) che la Terra era piatta e che il sole girava attorno alla Terra.
Noi sappiamo che dobbiamo dubitare del "senso comune", i nostri sensi possono essere fallaci, la scienza supera la fallacia dei nostri sensi.
Quella che fai sullo schiavismo è una deduzione da "senso comune".
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Nonché il continuo fiorire di tue affermazioni contraddittorie come, da ultimo, il mettere in dubbio la scientificità degli economisti per poi subito dopo affermare che è "innegabile il contenuto scientifico del Capitale" frutto, come ognuno sa, del Marx economista.
Lo scienziato stà ai dettami della scienza. Li accetta, li fa suoi e parte da lì.
Studioso, erudito, acculturato, sapiente ecc. non implicano automaticamente "scienziato", tutti partecipano al laborioso processo della determinazione di verità scientifiche, in questo processo, che può durare decenni, si perviene a quelle che si possono considerare delle pietre miliari della scienza: verità incontrovertibili, vere sempre e che non subiscono mutamenti o aggiustamenti nel tempo. Saranno sempre quelle.
Qualunque sapiente o erudito che voglia superare quelle verità (non smentire - superare, andar oltre, vedere più in là - ciò che la scienza acquisisce non potrà mai essere smentito, dimostrato falso) deve documentare e dimostrare la teoria che avanza, che pertanto entrerà nell'ambito della scienza.
E se non documenta e dimostra, con tutte le sue lauree e la sua erudizione, non è altro che un cialtrone.
Ricorro ad un'immagine quando cerco di rappresentare visivamente il lavorìo del processo di produzione della scienza:
un enorme calderone dove si buttano dentro tutti i sapienti ed eruditi della Terra, dato che nessuno è d'accordo con l'altro la temperatura del calderone sale e rapidamente arriva all'ebollizione, ed ecco che dal calderone cominciano a salire i fumi dovuti all'ebullizione: il distillato prodotto da quel calderone è la scienza.
Mi piace la distillazione perchè è un processo fisico di raffinazione, purificazione.
Di tutti gli scienziati nessuno è privo dei difetti intrinseci della natura umana, e tutti, anche i maggiori, hanno detto e fatto fesserie: Newton, Galilei, Einstein ecc. e tutti vi hanno dato il loro contributo.
Esiste altro olle alla scienza? La filosofia, forse. Riesce a dare degli indirizzi a sapienti e scienziati per orientarli nella loro ricerca a volte sono riusciti ad arrivare a delle conclusioni (senza dimostrale però) anche prima che la scienza arrivasse a dimostrarle vere. Per imprimervi il sigillo di verità, però, si è dovuto attendere la dimostrazione scientifica.
essa produrrebbe, secondo te, Verità definitive ed immutabili e però dici che essa continua a ricercare e 'andare avanti', cosa impossibile se tale Verità è già stata raggiunta: arrivati al traguardo, la corsa è finita.
Forza=massaxaccelerazione è mutata nel tempo? No
Muterà in futuro? NO
Quindi sarà sempre quella: immutabile.
Definitiva? nel suo ambito sì. Il suo ambito si estende al sistema solare, al movimento di stelle e pianeti.
Pensa ad un orizzonte: dal sistema solare si è allargato fino a comprendere l'intera galassia, poi all'universo visibile e la corsa non finisce qui, si allargherà ancora. Non c'è nessun traguardo finale. Ogni punto di arrivo sarà anche il punto di una nuova partenza.
Qual'è la verità raggiunta la quale la corsa è finita?
La verità assoluta: l'onniscenza. Non è roba per esseri umani. È inutile che la cerchi, e invece te la trovi sempre davanti, ma è un problema che devi sistemare tu.
Questo devi chiarirlo meglio
E perchè la scienza va ritenuta superiore a ogni altra attività e speculazione umana? E come possa sussistere tale superiorità visto che i suoi indirizzi e la sua stessa esistenza dipendono da realtà e valutazioni extra scientifiche (politiche, imprenditoriali, militari, etiche, ecc, ecc.)? Può cioè una cosa essere superiore alle altre se queste ultime sono in grado di determinarne l'esistenza stessa e il suo sviluppo?
La scienza non è determinata da cause contingenti, casomai influenzata, ma si tratta di questione di orientamento, non della sua esistenza.
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e la sua stessa esistenza dipendono da realtà e valutazioni extra scientifiche (politiche, imprenditoriali, militari, etiche, ecc,""
Cosa te lo fa dire? un esempio più chiaro?
Il pensiero esiste da quando esiste l'uomo, anche se non era scientifico, è una proprietà della nostra mente riflettere sull'universo.
Le teorie sulla società umana che l'uomo elaborava si evolvevano con l'uomo stesso, esistono da sempre.
L'attuale indica la scienza come forma più alta di espressione della menta umana. In grado di indicare all'uomo il cammino che deve percorrere.
** L'imprenditore paga il salariato a ore, dopo quelle ore il salariato è libero di fare quello che vuole, compreso l'andarsi a cercare un altro industriale che paga di più. Fondamentale, nel rapporto imprenditore/salariato, è che i due si presentano come parti di un
mercato: si apre una trattativa, si contratta, bisogna raggiungere un accordo.
Lo schiavo non riceve paga alcuna. Non contratta niente. Viene pagato (non lui) una volta sola. Poi resta a vita, anche se non c'è lavoro e si ammala. E comunque devi mantenerlo anche nei periodi di mancanza di commesse.
Dici che comunque è conveniente? Dovresti informarti meglio delle condizioni dei salariati nell'800. I diritti e i sindacati, sono venuti dopo, ed anche loro come conseguenza della politica che si allineava all'economia. Era lo sviluppo dell'economia a richiederli. Per comprare la macchina, l'operaio doveva avere i soldi.
Hai avuto notizia di scioperi nell'industria articolati sullo schiavismo? Mai sentiti, mancano completamente. Perché non c'erano schiavi nell'industria.
Un ultimo fatto macroscopico: l'America al tempo della guerra civile, sud schiavista - nord industrialista:
com'è che l'industria non si è sviluppata al sud, dove a tuo dire, avrebbe trovato più possibilità di realizzare quantità maggiori di plusvalore?