Digital Journalism: il "semaform"

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undervolting
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Digital Journalism: il "semaform"

Messaggio da undervolting »

Semafor è un giornale online (in inglese) liberamente accessibile. Gli articoli vengono scritti nella forma "semaform": ogni articolo è suddiviso in cinque sezioni, separate l’una dall’altra.

1.“La notizia”. Ovvero i fatti riportati nel modo più oggettivo possibile.

2.“Il punto di vista dell’autore”, che esprime la sua opinione nel modo più trasparente possibile.

3.“Altri punti di vista”, magari da altri posti del mondo.

4.“Opinioni contrarie” a quelle dell’autore.

5.“Altre cose”, generalmente link di articoli che parlano di quella notizia.

L'obiettivo è separare esplicitamente i fatti dalle opinioni del giornalista.

Semafor homepage:
https://www.semafor.com/

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frapox
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Re: Digital Journalism: il "semaform"

Messaggio da frapox »

E quindi?
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Re: Digital Journalism: il "semaform"

Messaggio da korda »

In altra forma e ordine la stessa cosa di Abstract, Introduction, Results, Discussion, Conclusion :D

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Dov'è la novità???
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undervolting
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Re: Digital Journalism: il "semaform"

Messaggio da undervolting »

4.“Opinioni contrarie” a quelle dell’autore.
Non mi pare di trovare sui giornali italiani tutto questo spazio dedicato alle opinioni contrarie a quelle dell'autore... né attenzione ad altri punti di vista (esempio guerra in Ucraina).
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Re: Digital Journalism: il "semaform"

Messaggio da wilecoyote »

:) Salve, sembra tanto 1 dei tanti suppostoidi per veicolare scemenze, ciarlatanerie e paranoie assortite anti tutto in rete.

:ciao: Ciao
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frapox
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Re: Digital Journalism: il "semaform"

Messaggio da frapox »

Intanto per capire Semafor e il contesto, leggere qua:
https://www.ilpost.it/2022/10/21/ripens ... i-semafor/
(perché se riporti in modo diretto senza dare ulteriori informazioni di contorno sembra quasi che stai parlando per e quindi facendo pubblicità al sito ;) ).

In effetti è una novità di rilevo nel mondo dell'informazione giornalistica online perché stravolge il formato classico dell'articolo. Non è il primo tentativo fatto in tal senso. Vedremo se prende piede.

Detto questo, gli articoli che mi è capitato di aver letto sulla guerra di invasione in Ucraina sono tutte bilanciate, cioè riportano anche la propaganda russa ovviamente con un commento critico (che è quello che dovrebbe fare un giornalista, oltre a riportare la notizia e le opinioni altrui).

L'idea dell'opinione separata dalla notizia è molto anglosassone ma in molti casi è già così, in altri meno, in altri le opinioni sono le notizie. Uno poi si sceglie, se è in grado, da quale fonte attingere. Ilpost.it è un giornale online che generalmente fa chiare distinzioni in questo senso, ad esempio. Altre testate lo fanno meno. Altre non lo fanno per nulla.
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Re: Digital Journalism: il "semaform"

Messaggio da undervolting »

Il post voleva solo essere una segnalazione di una fonte di informazioni in più (né più né meno autorevole di altre).

Il giornalismo - comunque - ha diversi problemi. Problema numero 1, i costi: devi trovare qualcuno che ti finanzi, e più che il "cane da guardia della democrazia" diventi il "cane da guardia del gruppo finanziario che possiede il giornale". Il digital journalism riduce i costi e aumenta gli spazi di libertà. Problema numero 2, le fonti: la Reuters o l'Ansa riportano spesso notizie vere omettendo particolari importanti che potrebbero stravolgere completamente il significato della notizia in sé. Il problema delle fonti è comune sia al giornalismo cartaceo che a quello digitale. Cambiare il formato degli articoli è un'ottima idea, ma i problemi veri del giornalismo sono altri.
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Re: Digital Journalism: il "semaform"

Messaggio da frapox »

undervolting ha scritto:
venerdì 4 novembre 2022, 13:17
Il digital journalism riduce i costi e aumenta gli spazi di libertà.
Dato che il grosso dell'editoria online è in mano agli stessi gruppi editoriali governati dagli stessi interessi puoi capire quanto questo sia solo uno slogan. Da solo il web journalism non basta visto che oggi l'informazione online è strutturata al pari di quella offline (sempre meno letta, per altro) e necessita quindi degli stessi finanziamenti, che vengono sempre dagli stessi soggetti.

Certamente online esistono una moltitudine di fonti diverse, c'è più diversificazione e questo sicuramente è un bene. Ma anche online trovi molte "testate" pessime, o addirittura blog o siti personali che si spacciano per testate giornalistiche. Allo stesso modo online esistono progetti editoriali decisamente fighi, semindipendenti, crowdfounded, ma non sono certo la maggioranza. E comunque uno deve saperli trovare, e quindi come sempre PEBKAC.
Problema numero 2, le fonti: la Reuters o l'Ansa riportano spesso notizie vere omettendo particolari importanti che potrebbero stravolgere completamente il significato della notizia in sé.
Reuter e Ansa comunque sono due testate online, a conferma quindi di quanto ho detto sopra, oltre che due agenzie. Ci sono giornali mooolto più faziosi e non perché non riportano un dettaglio ma proprio perchè stravolgono le notizie completamente (e scientemente) a loro piacere, basandosi spesso su fonti con zero attendibilità. E non faccio nomi solo per non fare pubblicità.
Il problema delle fonti è comune sia al giornalismo cartaceo che a quello digitale. Cambiare il formato degli articoli è un'ottima idea, ma i problemi veri del giornalismo sono altri.
Ma infatti il problema non è online vs offline, ma tra giornali di merda e giornali seri. ;)

In ogni caso tutto questo discorso non mi pare c'entri strettamente con la notizia che hai segnalato (malamente) della nascita di Semafor e temo che sia anche difficile da portare avanti senza punti di riferimento comuni.
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Re: Digital Journalism: il "semaform"

Messaggio da undervolting »

@frapox
"In ogni caso tutto questo discorso non mi pare c'entri strettamente con la notizia che hai segnalato (malamente) della nascita di Semafor..."
Bisogna tenere sempre presente che questo è il "Bar Sport", non la Facoltà di Scienze della Comunicazione.
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Re: Digital Journalism: il "semaform"

Messaggio da frapox »

undervolting ha scritto:
venerdì 4 novembre 2022, 16:39
@frapox
"In ogni caso tutto questo discorso non mi pare c'entri strettamente con la notizia che hai segnalato (malamente) della nascita di Semafor..."
Bisogna tenere sempre presente che questo è il "Bar Sport", non la Facoltà di Scienze della Comunicazione.
E cosa c'entra questo con il topic? Che siamo in una sezione di cazzeggio è anche vero, e quindi?

Mi sa che non hai più argomenti. :ciao:
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Re: Digital Journalism: il "semaform"

Messaggio da undervolting »

@frapox
E cosa c'entra questo con il topic? Che siamo in una sezione di cazzeggio è anche vero, e quindi?
Quindi, in una sezione di cazzeggio, ci sta tranquillamente l'annuncio dell'esistenza di una fonte di informazione in più. Non vedo invece la necessità di imbastire polemiche inutili.
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Re: Digital Journalism: il "semaform"

Messaggio da frapox »

undervolting ha scritto:
venerdì 4 novembre 2022, 21:16
@frapox
E cosa c'entra questo con il topic? Che siamo in una sezione di cazzeggio è anche vero, e quindi?
Quindi, in una sezione di cazzeggio, ci sta tranquillamente l'annuncio dell'esistenza di una fonte di informazione in più. Non vedo invece la necessità di imbastire polemiche inutili.
Non sto facendo nessuna polemica inutile, io ho solo detto quello che penso e che so sulla questione, dato che poi il discorso si è allargato sui "mali del giornalismo".

Mi va benissimo la fonte in più, anche perché è interessante questo nuovo tentativo, ma da come avevi scritto il primo post non sembrava un annuncio, almeno a me. Poi prendila come vuoi.
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