È una ricchezza fittizia. Il Giappone è stato "pompato" ad hoc dagli Stati Uniti per ragioni che esulano la simpatia. Poco dopo la fine della seconda guerra mondiale il popolo giapponese non era tanto diverso da noi, tecnologicamente ed economicamente parlando: perlopiù un popolo di agricoltori, povero.
Siamo d'accordo che la loro cultura è profondamente diversa dalla nostra e questo gli ha consentito di sfruttare le risorse in maniera più efficiente dopo.
quote="Marym"]Mi sembrano un popolo molto laborioso, magari saranno anche tanto classisti (lo siamo schifosamente anche noi, e magari non ce ne rendiamo conto, ognuno nel proprio piccolo o grande).[/quote]
Quello che dico da sempre: l'Italia è un popolo fortemente classista. Lo è in maniera ipocrita, subdola, nel senso che il classismo viene deriso dai ceti più bassi anziché odiato e osteggiato e spesso questo è per puro scopo di calcolo e interesse. Ma che sia un popolo classista, quello italiano, è evidentissimo anche solo guardando le statistiche.
Marym ha scritto:Laboriosi come il popolo cinese, che anche se ha molti difetti, difficilmente troverai un cinese a chiedere l'elemosina, o sussidi vari.
Esatto, è questo ciò che ha fatto la differenza tra Italia e Giappone negli anni Sessanta.
Marym ha scritto:L'Italia è un paese di arrivisti e scrocconi, per larga parte, di chi ha un minimo di potere. Nel mezzo ci sono le persone comuni, che devono solo pensare a come fare a tirare avanti, con quello che hanno.
Ti correggo: l'Italia è la patria degli arrivisti e degli scrocconi. La classe politica che abbiamo ne è un eloquente esempio. D'altra parte i politici non sono proprio parte del popolo stesso? In Giappone per una frase copiata sulla tesi di laurea ci si autolicenzia, in Italia si grida al complotto e si chiede un avanzamento di carriera. È evidente come siano immagini di un io più profondo queste espressioni.
L'Italia è il paese dove i master e i Ph.D vengono fatti sottobanco e si sparge la voce solo agli amici e agli amici degli amici. Il Giapponese medio rispetta la bravura e sa mettersi da parte, nonostante ne abbia l'opportunità per accedere ad un servizio, perché qualcuno più in gamba di lui possa farlo.
La differenza è tutta qui.
Spezzo ora una lancia a favore dell'Italia.
Il Giappone è classista almeno quanto l'Italia, ma ho l'impressione che sia rigido. L'Italia, in qualche modo, offre alla base una possibilità a tutti. Una possibilità che però viene de facto negata dalla cultura stessa: ergo, se sei così forte da dissociarti da una fetta della popolazione, puoi anche avere le tue piccole soddisfazioni.
In Giappone questo potrebbe esserti negato a vita, invece.